Treccani, basta la parola per capire subito di cosa si tratta. Si tratta dell’enciclopedia più importante del nostro paese: è stata fondata nel lontano 1925 grazie all’intuizione di Giovanni Gentile e Giovanni Treccani. La prima edizione fu caratterizzata da 35 volumi, oltre a uno dedicato agli indici. In seguito ci sono state nove appendici come seguito ideale di questo progetto editoriale. L’enciclopedia si è specializzata da qualche tempo nella pubblicazione di opere dedicate a grandi personaggi del passato. Una di queste è quella che ha come assoluto protagonista Giuseppe Verdi. A duecento anni dalla nascita del compositore emiliano, Treccani lo ha celebrato con uno straordinario volume.
L’Istituto della Enciclopedia Italiana ha pensato a un’opera di eccezionale impatto visivo, contenente una Prefazione di Riccardo Muti e una presentazione a cura di Massimo Bray, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di quel periodo. Il volume, diretto da Alberto Melloni, è dedicato allo spessore dell’uomo Verdi, alla sua opera e all’impatto che ha generato ai livelli più diversi della cultura e della società nazionale e internazionale. Immagini di vita e di lavoro evocate attraverso i luoghi e le opere, nel clima che le ha ispirate. E poi il caleidoscopico susseguirsi di istanti emozionanti che fissano la grande tradizione vocale dell’intero Novecento e che giungono fino al 2013, assieme alle immagini più significative (e talora provocatorie) della moderna messa in scena.
Ci sono 350 immagini, saggi a firma dei più grandi esperti verdiani, da Philip Gossett, a Roger Parker, a Stefano Ragni, solo per citarne alcuni. Inoltre l’opera si arricchisce della ristampa della voce “Giuseppe Verdi” di Ildebrando Pizzetti, tratta dalla grande Enciclopedia. Non è da meno il volume incentrato sulla figura di Michelangelo Buonarroti. Treccani ha presentato una collana dedicata ai grandi maestri della pittura italiana. Il volume, di raffinata qualità grafica, pubblicato nel 2015, si apre con il saggio di Barbara Agosti che presenta un itinerario biografico del geniale artista, incentrato sulla sua opera di pittore nell’indissolubile e complesso intreccio con quella di scultore, e inquadrato nell’orizzonte artistico dei suoi giorni.
Dai più precoci ma già esplosivi dipinti realizzati tra la Roma di Papa Borgia e Firenze, divenuta repubblicana, all’immenso cantiere di affreschi per la volta della Cappella Sistina intrapreso per Giulio II, il genio creativo di Michelangelo fin dalla giovinezza segna irreversibilmente, e per più aspetti, la parabola della cultura figurativa dell’età moderna: il linguaggio elaborato sul soffitto sistino dischiude alla pittura rinascimentale sfide, possibilità e difficoltà sino ad allora insondate.
Dopo una pausa di quasi trent’anni, la sperimentazione di Michelangelo riprende, nella sua maturità, con il Giudizio finale per la parete d’altare della Cappella Sistina e poi con gli affreschi per la Cappella Paolina, raggiungendo traguardi formali ed espressivi che esplorano nuovi modi della figurazione ed una nuova spazialità, germinali per il successivo decorso della storia dell’arte europea. Tale evoluzione è documentata nelle circa 280 pagine di fotografie di altissima qualità del percorso iconografico, che permettono di ammirare sia le singole opere sia i cicli decorativi della Cappella Sistina e della Cappella Paolina, anche grazie alla copiosa presenza di dettagli.
Treccani ha poi pensato a Giotto, affrontando tre grandi temi della pittura universale: la prospettiva, il disegno e il colore. Il testo ripercorre in parallelo la biografia del Maestro e la sua formazione, che fu lenta e faticosa ma concentratissima nell’incanalare energie inventive, destinate a nutrire una intera vita artistica, in una disciplina intellettuale di estremo rigore. Nel volume tutto ciò è ben documentato sia attraverso le fonti e il confronto con gli artisti a lui contemporanei sia attraverso la ricca documentazione iconografica. Tutte le opere vengono presentate da Villata secondo un ordine cronologico suggerito da date e documenti o ritenuto tale dall’esame stilistico, illustrando il percorso pittorico che conduce il Maestro dal classicismo maturo del Quattrocento alla ‘maniera moderna’ del primo Cinquecento.
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