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Guide e Tips

Sigarette elettroniche IQOS, la tecnologia innovativa per non bruciare il tabacco

8 Maggio 2019 by Simone Lascia un commento

Il calore è l’essenza di molti aspetti della vita. Le sigarette elettroniche IQOS sono pubblicizzate con questa frase ad effetto. Si tratta di un’alternativa alle “bionde” tradizionali che è stata lanciata da un colosso del tabacco come Philip Morris. L’idea è supportata da una serie di ricerche scientifiche e soprattutto da un’apposita tecnologia ribattezzata “HeatControl” (controllo del calore). In poche parole questo sistema prevede che il tabacco venga scaldato dall’interno senza essere bruciato. Il gusto non viene alternato e allo stesso tempo non ci sono gli effetti nocivi che di solito provoca una normale sigaretta.

Di cenere non c’è traccia, come anche il fumo, senza dimenticare che l’odore che si sprigiona non è persistente. Il colosso americano delle sigarette ha capito che il futuro di questo settore è destinato a subire una serie di modifiche, i problemi di salute non possono essere sottovalutati e quindi si è scelto di puntare sull’innovazione. IQOS è nato al termine di un lungo e non semplice processo. Philip Morris ha infatti chiesto aiuto a importanti scienziati per lo sviluppo del prodotto, investendo una somma pari a 4 miliardi di dollari. Dopo 10 anni si è riusciti a perfezionare il design definitivo e anche la tecnologia vera e propria fino al risultato attuale. Il processo non sarà veloce e il gruppo americano ha assicurato la scelta della novità da parte di 5 milioni di consumatori adulti.

Il progetto ha preso il via dalla constatazione di poter sostituire in qualche modo le sigarette. IQOS può essere sfruttato esclusivamente con degli appositi stick di tabacco che sono stati creati dalla compagnia a stelle e strisce per fumare il “nuovo” tabacco. C’è anche una speciale lamina riscaldante che vale la pena spiegare più nel dettaglio. Il dispositivo è in oro e platino, il tutto rivestito di ceramica per riscaldare e garantire un’esperienza costante e soddisfacente. Sono presenti delle parti elettroniche che regolano il calore interno ed è proprio la lamina che impedisce alla carta di bruciarsi. La temperatura rimane sempre la stessa, come anche il gradimento da parte del fumatore, dall’inizio alla fine.

Il foglio di IQOS, invece, viene usato in tutta Europa ed è un rinforzo dei prodotti di tabacco senza combustione. Questa carta serve a perfezionare l’avvolgimento e non c’è alcun cambiamento per quel che riguarda il volume di vapore generato da queste sigarette elettroniche. Philip Morris ha esaminato con la massima attenzione ogni stick, in modo da capire se le sostanze nocive potevano in qualche maniera essere rilasciate durante l’utilizzo, quindi non è stato lasciato nulla al caso. Le temperature complessive sono molto più basse rispetto a quelle di cui c’è bisogno per sviluppare la combustione. Non va mai trascurata la pulizia delle sigarette elettroniche con sistema IQOS per un risultato ancora migliore. Il tabacco non è invece una prerogativa delle altre “bionde” elettroniche.

Di solito, infatti, viene impiegata una soluzione liquida con una parte variabile di nicotina per dar vita all’effetto aerosol. Si è detto della pulizia del sistema innovativo di IQOS e occorre prestare attenzione a una serie di accorgimenti. Come suggerito dalla stessa azienda, l’accessorio deve essere aperto prima di usare la spazzola che viene data in dotazione. Il primo intervento riguarda il cappuccio, poi si prosegue con la spazzola di dimensioni maggiori per il corpo centrale. Ogni residuo di tabacco va rimosso, cercando di muovere le varie parti della sigaretta elettronica con estrema delicatezza. Ogni tre o quattro giorni bisogna risciacquare bene il cappuccio sotto l’acqua tiepida, pulendo a fondo le zone più vicine alla lamina e anche quest’ultima. I movimenti nei pressi della lamina, inoltre, dovrebbero avvenire in modo lento e con dei piccoli cerchi, altrimenti si rischia di danneggiare le parti più importanti di queste sigarette elettroniche.

 

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La storia della Lira e il valore delle vecchie monete per i collezionisti

8 Maggio 2019 by Simone Lascia un commento

In molti la rimpiangono, altri si sono abituati all’euro: stiamo parlando della lira, la moneta ufficiale del nostro paese fino all’inizio degli anni Duemila. Quante persone conoscono la sua storia? La nascita ufficiale risale al momento in cui Carlo Magno impose la riforma monetaria per il Sacro Romano Impero. In pratica si decise di mettere sullo stesso piano una libbra di argento e 240 denari o 20 soldi. La lira era proprio divisa in soldi e nel corso del tempo ci furono ulteriori sviluppi. La prima apparizione di questa divisa come l’abbiamo conosciuta un po’ tutti è collocabile nel XVI secolo. Il 1474, invece, è l’anno universalmente riconosciuto come quello in cui la prima lira venne coniata e battuta in modo ufficiale. Si trattava della moneta in argento da 20 soldi di Niccolò Tron, mentre il luogo di questo “esordio” fu Venezia.

La valuta pesava oltre sei grammi e mezzo. Sempre in quell’anno il duca Galeazzo Maria Sforza fece la stessa cosa con una lira in argento che poi venne conosciuta da tutti come “testone”. Ogni città di quella che non era ancora l’Italia aveva le libbre differenti ed è per questo motivo che si parla spesso di lire milanesi, veneziane, genovesi e fiorentine (solo per citarne alcune). Nell’800 le monete venivano coniate nelle zecche di Napoli, Milano, Torino e Firenze, mentre i millesimi erano quattro. Per completezza di descrizione, bisogna ricordare i due rovesci, ovvero lo stemma e il valore. Un episodio storico molto interessante e intrigante risale al 1859. Il periodo è quello dell’Unità d’Italia. Bettino Ricasoli, Carlo Luigi Farini, Marco Minghetti, Rodolfo Audinot e Lionetto Cipriani si incontrarono in gran segreto nei pressi di Bologna e insieme scelsero l’adozione della lira come moneta unica del Regno che stava per nascere grazie a Garibaldi e non solo.

Le barriere doganali non avevano più alcun motivo di esistere e quella decisione fu lungimirante. In effetti la “resistenza” della valuta proseguì fino al 1° marzo del 2002, quando si lasciò spazio all’euro. Non sono poche le persone che hanno conservato banconote e soprattutto monetine come ricordo della lira che veniva usata per gli acquisti e le spese. Molte di queste monete sono rare e questo rende il loro valore a dir poco appetibile. Un esempio è quello della lira con l’arancia raffigurata in una delle due facce che risale al 1947: dall’altro lato c’è invece una donna con le spighe e un ramo d’arancio. Oggi potrebbe valere una vera e propria fortuna, nello specifico quasi 1500 euro.

Lo stesso discorso vale proprio per questo anno dell’immediato dopoguerra, più precisamente le due lire con la spiga che qualche tempo fa sono state battute all’asta per poco meno di 2mila euro. Non possono non destare curiosità le monetine del 1946, in primis quella da 5 lire, il primo taglio coniato dalla Repubblica Italiana appena sancita dal voto del popolo. Lo stato di conservazione è decisamente determinante, di conseguenza il valore può superare con facilità i 1200 euro.

Il valore più alto in assoluto è senza dubbio quello delle 500 lire realizzate in argento nel 1957 con le caravelle di Cristoforo Colombo ben in evidenza. Si tratta dell’esempio principe per quel che riguarda questo tipo di collezioni: se ne parla tanto e a ragione, dato che le cifre che si possono raggiungere sono vicine ai 15mila euro, un tesoro che farebbe gola a chiunque. Infine, non si può non fare un cenno ai gettoni telefonici che andavano tanto di moda in passato. Per effettuare una chiamata dalle cabine servivano proprio queste monetine che sostituivano i soldi veri.

Il primo in assoluto del nostro paese risale al 1927, poi fu coniato il gettone più famoso della storia italiana, quello con le tre scanalature che ha resistito a tantissime epoche e generazioni. Nel 1959 un singolo gettone valeva 30 lire, mentre erano 45 nel 1964. Nel 1972 si arrivò fino a 50 lire, mentre nel 1980 fu toccata quota 100. L’ultimo anno di utilizzo è il 2001. In molti sono ancora affezionati a questi pezzi e l’attuale valore non è altissimo, ma da non trascurare completamente. I primi “esemplari” di fine anni Venti possono sfiorare i 100 euro, un valore che tende a ridursi a seconda dell’epoca di battitura. La lira non è più la nostra moneta da 17 lunghi anni, ma la sua storia affascina ancora ed è sempre piacevole ripercorrerla.

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Difesa Debitori Spa, la consulenza per ridurre l’indebitamento

7 Maggio 2019 by Simone Lascia un commento

Il peso dei debiti può diventare insostenibile e purtroppo la “platea” di persone interessate è sempre più ampia. Fortunatamente esistono dei validi alleati per superare il problema del sovraindebitamento. Si tratta di Difesa Debitori Spa. Come suggerisce in modo chiaro il nome, è una società che ha sede in provincia di Vicenza e che fornisce un valido aiuto in diverse situazioni. Offre una consulenza professionale per aiutare il cliente a risolvere le sue pendenze debitorie o fiscali, senza dare certezza automatica del successo. Non è altro che uno studio che si avvale della collaborazione di professionisti del settore, ex dipendenti di istituti di credito, avvocati, e fiscalisti, tutti con un unico intento, quello di proteggere chi è in difficoltà. La soluzione esiste e consiste essenzialmente in una consulenza approfondita da parte di questo gruppo. Difesa Debitori svolge un ruolo fondamentale di intermediazione con le banche e non solo.

Questo gruppo vicentino si mette in contatto con l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia) per ottenere una rateizzazione più adeguata alle possibilità del cliente che ne fa richiesta. Spesso le cartelle possono essere soggette a vizi e, a seconda della normativa vigente, c’è la possibilità di riesaminarle per verificare se dovute o meno. Le condizioni possono essere negoziate da capo, altrimenti ci sono le opzioni del saldo del debito oppure il suo stralcio. L’elenco delle attività curate non è comunque finito ed è incoraggiante per chi si trova in situazioni critiche dal punto di vista economico. Lo studio di Difesa Debitori si occupa con professionalità dell’analisi dei tassi di usura, senza dimenticare la protezione del patrimonio personale dei clienti, quindi abitazioni, terreni privati, autovetture e imbarcazioni.


Con il lavoro di Difesa Debitori è possibile alleggerire di parecchio la rata del mutuo ed i professionisti sono costantemente al lavoro per cercare la soluzione più adatta in base alle esigenze e possibilità del cliente. Ovviamente non c’è certezza del risultato finale, né dell’esatto risparmio finale, in quanto ogni situazione personale può cambiare ma resta comunque facoltà del cliente decidere col consulente ogni trattativa con l’ente creditore prima di essere sottoposta alla controparte.  Il risparmio stimato non è di poco conto. Si sta parlando di una riduzione fino al 70% della spesa da sostenere per prestiti e mutui, una differenza che conta parecchio visto che va a incidere sul portafoglio. Per mettersi in contatto è sufficiente compilare l’apposito modulo che si trova nel sito web di Difesa Debitori, si verrà contattati telefonicamente da un consulente che illustrerà i servizi disponibili sulla base della problematica debitoria del cliente. Chi si rivolge solitamente a questa azienda? Altre ditte, lavoratori autonomi, dipendenti pubblici e privati, pensionati e professionisti fanno parte della platea che si affida ai servizi che stiamo descrivendo.

Uno dei compiti più importanti da svolgere è quello dell’intermediazione col fisco. Gli esperti sono a disposizione per verificare le cartelle esattoriali di Equitalia oppure gli avvisi bonari, oltre alle opposizioni e ai piani rateali. La difesa legale viene prestata in caso di decreti ingiuntivi, atti di precetto e pignoramenti, mentre non va dimenticato il contributo alla verifica dell’anatocismo da parte degli istituti di credito, delle finanziarie e dei conti correnti. Tra l’altro, Difesa Debitori, tramite intermediari abilitati, consente la possibilità di cancellare le eventuali segnalazioni negative dalle banche dati e dal bollettino dei pagatori protestati.

Sul sito web della compagnia veneta sono presenti alcune recensioni che ci fanno capire meglio le situazioni tipiche di chi ricorre a queste consulenze, dimostrando che non vi è certezza assoluta del risultato finale, ma tutti sottolineano la grande professionalità di Difesa Debitori. Uno dei casi è quello della cessione del quinto ai limiti dell’usura: la persona che si è affidata alla spa è stata capace di verificare che i tassi applicati non avevano alcuna ragione di esistere, con la conseguente chiusura anticipata del finanziamento e il rimborso degli interessi versati in più. Un’altra testimonianza ha a che fare con le richieste ossessive del recupero crediti, ma non possono essere trascurati gli sconti ottenuti per i debiti e il fatto che siano state evitate le aste fallimentari per le case. Le ultime stime sui debiti degli italiani non sono affatto incoraggianti.

Secondo quanto accertato dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, le famiglie del nostro paese si sono mediamente indebitate di oltre 20mila euro lo scorso anno. I passivi totali nei confronti delle banche e degli altri istituti ammontavano a 534 miliardi, con un trend in crescita costante negli ultimi tre anni. In questo caso si tende a “sottovalutare” o far finta di non capire l’importante dei consumi delle famiglie del Belpaese. Queste spese rappresentano infatti il 60% del prodotto interno lordo nazionale, un valore davvero impressionante. Difesa Debitori Spa è dalla loro parte e con il suo team composto da esperti e validi professionisti può dar vita a un aiuto di grande spessore.

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*Disclaimer:
La Società specifica che tutti i servizi sono offerti da Difesa Debitori Spa, o da aziende partner, che si riservano la preventiva valutazione di fattibilità della pratica, valutando l’analisi patrimoniale e reddituale del cliente in rapporto allo stato della procedura e rimanendo, in ogni caso, esclusa qualsivoglia garanzia di raggiungimento del risultato trattandosi di obbligazione di mezzi e non di risultato. E’ espressamente concordato che qualsivoglia accordo di ristrutturazione del debito, transazione giudiziale o stragiudiziale, definizione dei rapporti a saldo e stralcio, eventualmente raggiunti dalla Società con i terzi creditori, direttamente o tramite professionisti delegati, saranno da quest’ultima puntualmente sottoposti all’attenzione ed al vaglio del cliente debitore e della società creditrice, cui è lasciata piena facoltà di aderirvi o meno. A tal proposito, il cliente è informato che nell’ipotesi di definizione del debito a saldo e stralcio, egli sarà segnalato a sofferenza avanti la Centrale Rischi dell’ente creditore, relativamente alla quota di debito non pagato. Le informazioni della Centrale Rischi possono essere consultate dagli intermediari al massimo per il periodo relativo agli ultimi trentasei mesi, mentre il soggetto segnalato può accedere alle informazioni che lo riguardano senza alcun limite temporale. La Società invita, prima di assumere qualsiasi decisione commerciale, a prendere visione delle condizioni generali e delle tariffe del servizio offerto, raggiungibili al seguente link: www.difesadebitori.it. I casi sopra-citati sono solo alcuni esempi dell’attività svolta ma non costituiscono garanzia di raggiungimento del medesimo risultato per i casi futuri.

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Depuratori d’acqua: come scegliere il miglior modello per le nostre case

6 Maggio 2019 by Simone Lascia un commento

Inodore, incolore e insapore. Sono queste le tre caratteristiche che deve avere l’acqua che esce dai rubinetti delle nostre case. Spesso però il liquido che esce non è raccomandabile per il nostro organismo. Il cloro, ad esempio, rende il tutto meno gradevole e non è l’unica sostanza poco benefica da cui bisogna guardarsi. I depuratori servono proprio a risolvere questo problema. L’acqua che arriva nelle nostre abitazioni è ben controllata, ma può anche accadere che le reti idriche siano meno efficienti e le infiltrazioni hanno in questi casi vita semplice. Il rubinetto può essere sfruttato senza problemi e senza preoccupazioni grazie a una serie di sistemi che hanno come caratteristica peculiare comune la filtrazione dell’acqua. Le tipologie sono diverse.

Tra i depuratori più gettonati e scelti dai consumatori troviamo quelli a osmosi inversa. Il funzionamento è presto detto: l’acqua che scorre in casa viene fatta passare in maniera “selezionata”, cioè quelle che vengono versate nel bicchiere o nella bottiglia sono soltanto alcune particelle. La macchina funziona grazie a una membrana a permeabilità selettiva. In poche parole questa membrana va a ostacolare sali, nitrati e altre sostanze di cui non abbiamo certo bisogno. L’osmosi inversa viene garantita sia grazie a una installazione sotto al lavello che con elementi che si adattano al rubinetto. Di solito per avere un litro di acqua che sia realmente osmotizzata ne servono cinque di acqua “tradizionale”, quindi i consumi vanno considerati con attenzione.

Molto interessanti sono anche i depuratori d’acqua con il sistema di microfiltrazione. Sono economici come quelli a osmosi inversa e prevedono un kit non molto diverso. Il sistema di filtraggio, in questo caso, è semplice e rende l’acqua meno calcarea di quella che esce direttamente dal rubinetto. I sali minerali rimangono comunque intatti e le tecnologie sono varie. Un’alternativa più che valida è quella del carbone attivo. I filtri in questione hanno dei sistemi particolari che riescono a trattenere con facilità gli elementi inquinanti di tipo organico, solventi e pesticidi in primis. Il sapore e l’odore del cloro vengono eliminati in pochi secondi, anche se bisogna ricordare sempre di garantire una manutenzione accurata per un migliore risultato.

Se non siete ancora convinti, allora potete affidarvi a dei depuratori particolari che hanno un nome molto “romantico”. Si tratta dei cosiddetti addolcitori di acqua a scambio ionico. La grandezza è decisamente maggiore rispetto ad altri apparecchi che sono stati appena descritti, bisogna montarli sotto al lavello per garantire un’acqua priva di calcare, senza trascurare mai la manutenzione periodica. Un altro esempio è quello dei depuratori d’acqua con l’addizionatore di anidride carbonica. Si sta parlando di uno strumento che viene ritenuto praticamente infallibile per quel che riguarda l’eliminazione dei germi. Il filtraggio può essere di vario tipo, semplice o complesso a seconda delle esigenze. Il risultato finale è davvero piacevole, soprattutto se si pensa alle sensazioni del palato.

Alcuni suggerimenti possono aiutare a scegliere meglio. In particolare, i depuratori non devono essere acquistati per “sfizio” o come semplice moda. Bisogna installarli in casa soltanto dopo aver esaminato con la massima attenzione i problemi reali dell’acqua. Ovviamente sono fondamentali per chi deve evitare elementi inquinanti e i nitrati di troppo, oltre ai metalli pesanti. Tra l’altro, questi apparecchi sono molto delicati ed è bene essere preparati all’utilizzo per una spesa utile e consapevole. Ecco perché ogni fase della depurazione va approfondita nel dettaglio e non va trascurato nemmeno il periodo esatto in cui si usano gli strumenti. Quando si va in vacanza, infatti, i depuratori rimangono inattivi ed è un peccato lasciarli in questo stato per tanti giorni (se non settimane).

Come si valuta in maniera adeguata l’acqua di un rubinetto? Ogni problema è diverso e va tenuto in debita considerazione. La contaminazione o la presenza di sostanze nocive non riguarda l’intera città in cui si abita, ma alcune zone. Le cause possono essere naturali (l’arsenico, ad esempio, riguarda diversi comuni del nostro paese, come anche il vanadio). L’inquinamento industriale è un’altra causa di cui tenere conto, dunque la vicinanza di fabbriche può incidere sulla presenza di sostanze e metalli di cui non abbiamo certo bisogno. I depuratori in commercio sono tanti e la scelta sembra complicata, ma affidandosi alle aziende specializzate e ai loro esperti si può acquistare il modello giusto e in grado di farci bere la migliore acqua possibile

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Monete Rare Italiane: Ecco le Lire e gli Euro Che Valgono un Capitale

30 Aprile 2019 by Lorenzo Lascia un commento

Se sei un collezionista (o vorresti diventarlo), sarai sicuramente interessato a conoscere più da vicino le monete rare italiane di valore. Se hai ritrovato delle vecchie lire in un baule o le hai ereditate da un membro della tua famiglia, potresti avere tra le mani una potenziale fortuna: ci sono, infatti, delle lire rare che hanno un grande valore, che potrebbe davvero stupirti.

In questa guida ti spiegheremo quali sono le monete rare più ricercate, come riconoscerle e come farle valutare al meglio tenendoti alla larga dagli speculatori. Iniziamo subito.

Ecco quali sono le monete italiane rare e introvabili da collezionare

In un sito web come il nostro in cui si parla spesso di soldi, non poteva mancare un approfondimento sul valore delle monete euro rare, così come di quello delle lire. Ciò che le contraddistingue è proprio il loro essere italiane. Ecco tutto quello che devi sapere per accumulare un capitale in moneta e iniziare a farti una vera cultura sul tema.

Come si riconoscono le lire rare?

La prima domanda a cui vogliamo rispondere è: come si riconoscono le lire rare? Iniziamo con il dire che, sicuramente, la vecchia lira è molto ricercata dai collezionisti. Molti di noi hanno ritrovato monete di questo tipo nei bauli della soffitta o negli effetti personali dei nostri nonni. Beh, sapere che alcune di queste monete hanno un valore di mercato di centinaia di euro ti stupirà.

Ma come capire quali sono le monete italiane rare? Parlando delle lire, le più rare e ricercate sono quelle coniate intorno agli anni ’50. Chiaramente, migliore è lo stato di conservazione, maggiore sarà il valore della moneta.

Dovrai, infatti, considerare che un valutatore di monete prende in considerazione diversi fattori per determinarne sia il valore economico che la rarità. Questi fattori possono essere:

  • Stato di conservazione
  • Anno di coniatura
  • Materiale utilizzato
  • Eventuali errori di conio

Vediamo ora quali sono le monete rare italiane più ricercate.

50 Lire 1956 Vulcano

Tra le monete italiane rare da collezione, troviamo sicuramente le 50 Lire del 1956 che raffigurano Vulcano nudo, che batte il martello sull’incudine.

Lira arancia 1947

La lira arancia 1947 è una moneta rara preziosissima per un collezionista. La moneta da una lira rappresenta, su una faccia, il ramo d’arancia e sull’altra una donna con delle spighe tra i capelli.

Attualmente questa piccola monetina può valere un vero capitale: si parla di circa 1500 euro se la moneta è in buono stato.

2 Lire del 1958

Tra le monete rare italiane che valgono meno, perché tutto sommato abbastanza diffuse, troviamo le 2 lire del 1958.

Questa moneta può avere un valore variabile a seconda del suo stato di conservazione: si va da un minimo di 80 euro ad un massimo di circa 500 euro.

200 Lire prova 1977

La moneta italiana rara da 200 lire con un altissimo valore è quella del 1977 in versione prova, per via della sua limitata tiratura.

Questa moneta può essere venduta anche a 800 euro. Piuttosto rara anche l’edizione del 1978 che presentano un errore a mezzaluna sotto il collo che le contraddistinguono, rendendole appetibili per i collezionisti. Il valore è intorno al centinaio d’euro.

5 Lire 1946

La lira italiana offre anche questo straordinario pezzo da 5 lire, il primo coniato dalla Repubblica Italiana nell’anno 1946. Nel rovescio della monetina è raffigurato un grappolo d’uva.

A seconda dello stato di conservazione, le 5 lire del 1946 e del 1947 potrebbero valere più di mille euro. Per quelle relative ad altre annualità, il valore si aggira tra i 50 e gli 80 euro.

Euro rari da collezione

In un catalogo monete di valore, non possono mancare anche gli euro rari. Anche se non si tratta di monete antiche, ci sono diversi pezzi che non sfuggono all’occhio di un collezionista attento. Ecco gli esemplari che rientrano a pieno titolo tra le monete rare italiane.

1 Centesimo con la Mole Antonelliana

Tra i centesimi di euro più rari, sicuramente questo centesimo che raffigura, sul rovescio, la Mole Antonelliana anziché Castel del Monte, che è abitualmente presente sul retro delle monetine da 2 centesimi.

Si tratta di un errore che ha permesso a questa moneta di entrare ufficialmente tra gli euro rari da collezione: ne esistono circa 7000 esemplari. Il suo valore? Compreso tra i 2500 e i 7000 euro.

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Reddito di cittadinanza 2019: Ecco come riceverlo e il modulo

12 Gennaio 2019 by Lorenzo Lascia un commento

Reddito di cittadinanza. È la proposta simbolo del Movimento Cinque Stelle, il cavallo di battaglia in campagna elettorale e una delle priorità dell’agenda del governo giallo-verde. Secondo gli ultimi annunci del governo, la misura verrà introdotta a partire dal 1 aprile 2019 e verrà erogato anche agli stranieri residenti in Italia da almeno 10 anni. La spesa complessiva sarà di circa 6,5 miliardi per 4,34 milioni di persone in 1.375.000 famiglie.

Coloro che hanno un reddito pari a zero hanno diritto all’importo per intero, mentre per gli altri rappresenterà un’integrazione al reddito per raggiungere i 780 euro. La quota del reddito di cittadinanza cambia a seconda del numero di componenti del nucleo familiare. Ad esempio in una famiglia con i genitori disoccupati e figli a carico il sussidio sale fino a 1.630 euro, per una famiglia con due genitori e un solo figlio la quota è di 1.014 euro. Chi ha una casa di proprietà non ha diritto all’intera quota ma a questa viene detratta una quota definita “affitto imputato, che ammonta a 380 euro. I requisiti per accedere alla misura economica sono stringenti, e anche quelli per mantenerla nel tempo.

Requisiti e beneficiari

È l’articolo 2 della bozza di decreto del Rdc ad indicare i requisiti necessari per beneficiare di questa misura di contrasto alla povertà.

Nel dettaglio, qui si legge che i beneficiari devono:

  • essere in possesso della cittadinanza italiana, oppure cittadini di uno Stato membro UE. È riconosciuto anche agli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno;
  • essere residenti in Italia, in via continuativa, da almeno 10 anni;
  • avere un ISEE inferiore a 9.360€;
  • avere un patrimonio immobiliare (nel quale non è compresa la casa d’abitazione) inferiore a 30.000€;
  • avere un patrimonio mobiliare inferiore a 6.000€. Questo limite è innalzato di 2.000€ per ogni componente familiare successivo al primo (fino ad un massimo di 10.000€). Vi è poi un incremento di 1.000€ per ogni figlio successivo al primo, e di 5.000€ in caso di presenza di una persona con disabilità nel nucleo familiare;
  • avere un reddito familiare non superiore a 6.000€. Questa soglia è aumentata a 9.360€ qualora il nucleo familiare sia in affitto.

Non hanno diritto al reddito di cittadinanza, invece:

  • i nuclei familiari dove un componente sia in possesso di auto o moto immatricolati nei 6 mesi precedenti alla richiesta del RdC, nonché di auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc e moto di cilindrata superiore ai 250 cc immatricolati negli ultimi 2 anni.
  • i nuclei familiari dove un componente sia in possesso di navi e imbarcazioni da diporto;
  • i soggetti che si trovano in stato detentivo per tutta la durata della pena;
  • nuclei familiari dove uno dei componenti risulta essersi dimesso dal lavoro nei 12 mesi antecedenti al momento della domanda (ad eccezione delle dimissioni per giusta causa).

Gli importi del reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza non ha un importo fisso; varia, infatti, in base alla situazione economica della famiglia che lo richiede. Nel dettaglio, come specificato nell’articolo 3 del decreto, il beneficio economico si compone di due differenti elementi:

  • integrazione fino a 6.000€ (annui) del reddito familiare;
  • integrazione pari all’ammontare del canone annuo di locazione (fino ad un massimo di 3.360€ annui) per le famiglie che sono in affitto. È prevista poi un integrazione (ma fino ad un massimo di 1.800€ annui) per i nuclei familiari che risiedono in un’abitazione di proprietà ma per la quale è stato contratto un mutuo.

Per quanto riguarda l’integrazione del reddito familiare in presenza di più componenti questo viene moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza, ovvero:

  • +0,4 per ogni componente familiare maggiorenne successivo al primo;
  • +0,2 per ogni componente minorenne.

Questo può essere incrementato fino ad un massimo del 2,1.  Il beneficio economico complessivamente non può superare i 9.360€ annui, ossia i famosi 780€ mensili (anche questa soglia va moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza).

Durata del reddito di cittadinanza

Questo spetta all’interessato per tutto il periodo in cui ne soddisfa i requisiti. La misura, però, non può avere una durata superiore ai 18 mesi.

Vi è però la possibilità di rinnovarla; in tal caso, però, il beneficio viene comunque sospeso per un mese. 

È bene sottolineare che qualsiasi variazione della condizione occupazionale da parte di uno o di più componenti del nucleo familiare (quindi sia in caso di assunzione che qualora si intraprenda una nuova attività come autonomi) va comunicata all’Inps entro 30 giorni, pena la decadenza del beneficio.

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