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Monete Rare Italiane: Ecco le Lire e gli Euro Che Valgono un Capitale

30 Aprile 2019 by Lorenzo Lascia un commento

Se sei un collezionista (o vorresti diventarlo), sarai sicuramente interessato a conoscere più da vicino le monete rare italiane di valore. Se hai ritrovato delle vecchie lire in un baule o le hai ereditate da un membro della tua famiglia, potresti avere tra le mani una potenziale fortuna: ci sono, infatti, delle lire rare che hanno un grande valore, che potrebbe davvero stupirti.

In questa guida ti spiegheremo quali sono le monete rare più ricercate, come riconoscerle e come farle valutare al meglio tenendoti alla larga dagli speculatori. Iniziamo subito.

Ecco quali sono le monete italiane rare e introvabili da collezionare

In un sito web come il nostro in cui si parla spesso di soldi, non poteva mancare un approfondimento sul valore delle monete euro rare, così come di quello delle lire. Ciò che le contraddistingue è proprio il loro essere italiane. Ecco tutto quello che devi sapere per accumulare un capitale in moneta e iniziare a farti una vera cultura sul tema.

Come si riconoscono le lire rare?

La prima domanda a cui vogliamo rispondere è: come si riconoscono le lire rare? Iniziamo con il dire che, sicuramente, la vecchia lira è molto ricercata dai collezionisti. Molti di noi hanno ritrovato monete di questo tipo nei bauli della soffitta o negli effetti personali dei nostri nonni. Beh, sapere che alcune di queste monete hanno un valore di mercato di centinaia di euro ti stupirà.

Ma come capire quali sono le monete italiane rare? Parlando delle lire, le più rare e ricercate sono quelle coniate intorno agli anni ’50. Chiaramente, migliore è lo stato di conservazione, maggiore sarà il valore della moneta.

Dovrai, infatti, considerare che un valutatore di monete prende in considerazione diversi fattori per determinarne sia il valore economico che la rarità. Questi fattori possono essere:

  • Stato di conservazione
  • Anno di coniatura
  • Materiale utilizzato
  • Eventuali errori di conio

Vediamo ora quali sono le monete rare italiane più ricercate.

50 Lire 1956 Vulcano

Tra le monete italiane rare da collezione, troviamo sicuramente le 50 Lire del 1956 che raffigurano Vulcano nudo, che batte il martello sull’incudine.

Lira arancia 1947

La lira arancia 1947 è una moneta rara preziosissima per un collezionista. La moneta da una lira rappresenta, su una faccia, il ramo d’arancia e sull’altra una donna con delle spighe tra i capelli.

Attualmente questa piccola monetina può valere un vero capitale: si parla di circa 1500 euro se la moneta è in buono stato.

2 Lire del 1958

Tra le monete rare italiane che valgono meno, perché tutto sommato abbastanza diffuse, troviamo le 2 lire del 1958.

Questa moneta può avere un valore variabile a seconda del suo stato di conservazione: si va da un minimo di 80 euro ad un massimo di circa 500 euro.

200 Lire prova 1977

La moneta italiana rara da 200 lire con un altissimo valore è quella del 1977 in versione prova, per via della sua limitata tiratura.

Questa moneta può essere venduta anche a 800 euro. Piuttosto rara anche l’edizione del 1978 che presentano un errore a mezzaluna sotto il collo che le contraddistinguono, rendendole appetibili per i collezionisti. Il valore è intorno al centinaio d’euro.

5 Lire 1946

La lira italiana offre anche questo straordinario pezzo da 5 lire, il primo coniato dalla Repubblica Italiana nell’anno 1946. Nel rovescio della monetina è raffigurato un grappolo d’uva.

A seconda dello stato di conservazione, le 5 lire del 1946 e del 1947 potrebbero valere più di mille euro. Per quelle relative ad altre annualità, il valore si aggira tra i 50 e gli 80 euro.

Euro rari da collezione

In un catalogo monete di valore, non possono mancare anche gli euro rari. Anche se non si tratta di monete antiche, ci sono diversi pezzi che non sfuggono all’occhio di un collezionista attento. Ecco gli esemplari che rientrano a pieno titolo tra le monete rare italiane.

1 Centesimo con la Mole Antonelliana

Tra i centesimi di euro più rari, sicuramente questo centesimo che raffigura, sul rovescio, la Mole Antonelliana anziché Castel del Monte, che è abitualmente presente sul retro delle monetine da 2 centesimi.

Si tratta di un errore che ha permesso a questa moneta di entrare ufficialmente tra gli euro rari da collezione: ne esistono circa 7000 esemplari. Il suo valore? Compreso tra i 2500 e i 7000 euro.

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Reddito di cittadinanza 2019: Ecco come riceverlo e il modulo

12 Gennaio 2019 by Lorenzo Lascia un commento

Reddito di cittadinanza. È la proposta simbolo del Movimento Cinque Stelle, il cavallo di battaglia in campagna elettorale e una delle priorità dell’agenda del governo giallo-verde. Secondo gli ultimi annunci del governo, la misura verrà introdotta a partire dal 1 aprile 2019 e verrà erogato anche agli stranieri residenti in Italia da almeno 10 anni. La spesa complessiva sarà di circa 6,5 miliardi per 4,34 milioni di persone in 1.375.000 famiglie.

Coloro che hanno un reddito pari a zero hanno diritto all’importo per intero, mentre per gli altri rappresenterà un’integrazione al reddito per raggiungere i 780 euro. La quota del reddito di cittadinanza cambia a seconda del numero di componenti del nucleo familiare. Ad esempio in una famiglia con i genitori disoccupati e figli a carico il sussidio sale fino a 1.630 euro, per una famiglia con due genitori e un solo figlio la quota è di 1.014 euro. Chi ha una casa di proprietà non ha diritto all’intera quota ma a questa viene detratta una quota definita “affitto imputato, che ammonta a 380 euro. I requisiti per accedere alla misura economica sono stringenti, e anche quelli per mantenerla nel tempo.

Requisiti e beneficiari

È l’articolo 2 della bozza di decreto del Rdc ad indicare i requisiti necessari per beneficiare di questa misura di contrasto alla povertà.

Nel dettaglio, qui si legge che i beneficiari devono:

  • essere in possesso della cittadinanza italiana, oppure cittadini di uno Stato membro UE. È riconosciuto anche agli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno;
  • essere residenti in Italia, in via continuativa, da almeno 10 anni;
  • avere un ISEE inferiore a 9.360€;
  • avere un patrimonio immobiliare (nel quale non è compresa la casa d’abitazione) inferiore a 30.000€;
  • avere un patrimonio mobiliare inferiore a 6.000€. Questo limite è innalzato di 2.000€ per ogni componente familiare successivo al primo (fino ad un massimo di 10.000€). Vi è poi un incremento di 1.000€ per ogni figlio successivo al primo, e di 5.000€ in caso di presenza di una persona con disabilità nel nucleo familiare;
  • avere un reddito familiare non superiore a 6.000€. Questa soglia è aumentata a 9.360€ qualora il nucleo familiare sia in affitto.

Non hanno diritto al reddito di cittadinanza, invece:

  • i nuclei familiari dove un componente sia in possesso di auto o moto immatricolati nei 6 mesi precedenti alla richiesta del RdC, nonché di auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc e moto di cilindrata superiore ai 250 cc immatricolati negli ultimi 2 anni.
  • i nuclei familiari dove un componente sia in possesso di navi e imbarcazioni da diporto;
  • i soggetti che si trovano in stato detentivo per tutta la durata della pena;
  • nuclei familiari dove uno dei componenti risulta essersi dimesso dal lavoro nei 12 mesi antecedenti al momento della domanda (ad eccezione delle dimissioni per giusta causa).

Gli importi del reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza non ha un importo fisso; varia, infatti, in base alla situazione economica della famiglia che lo richiede. Nel dettaglio, come specificato nell’articolo 3 del decreto, il beneficio economico si compone di due differenti elementi:

  • integrazione fino a 6.000€ (annui) del reddito familiare;
  • integrazione pari all’ammontare del canone annuo di locazione (fino ad un massimo di 3.360€ annui) per le famiglie che sono in affitto. È prevista poi un integrazione (ma fino ad un massimo di 1.800€ annui) per i nuclei familiari che risiedono in un’abitazione di proprietà ma per la quale è stato contratto un mutuo.

Per quanto riguarda l’integrazione del reddito familiare in presenza di più componenti questo viene moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza, ovvero:

  • +0,4 per ogni componente familiare maggiorenne successivo al primo;
  • +0,2 per ogni componente minorenne.

Questo può essere incrementato fino ad un massimo del 2,1.  Il beneficio economico complessivamente non può superare i 9.360€ annui, ossia i famosi 780€ mensili (anche questa soglia va moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza).

Durata del reddito di cittadinanza

Questo spetta all’interessato per tutto il periodo in cui ne soddisfa i requisiti. La misura, però, non può avere una durata superiore ai 18 mesi.

Vi è però la possibilità di rinnovarla; in tal caso, però, il beneficio viene comunque sospeso per un mese. 

È bene sottolineare che qualsiasi variazione della condizione occupazionale da parte di uno o di più componenti del nucleo familiare (quindi sia in caso di assunzione che qualora si intraprenda una nuova attività come autonomi) va comunicata all’Inps entro 30 giorni, pena la decadenza del beneficio.

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Come preparare, bere e riconoscere un buon caffè

19 Dicembre 2018 by Lorenzo Lascia un commento

Da buon italiano, anche tu ami bere il caffè durante la giornata e magari ti piace forte, gustoso, aromatico e pieno di crema? Un buon espresso si identifica anche da altre caratteristiche. Leggi l’articolo e scopri i segreti per preparare e riconoscere la scura bevanda da veri intenditori.

Premessa: il presupposto è che anche tu stia usando una macchinetta espresso, ormai quasi immancabile in tutte le case.

Preparazione del Caffè

Profumo della miscela: in cialde o capsule, ogni qual volta che scarti la confezione dovresti avvertire un odore intenso e gradevole, come se i grani della polvere macinata contenuta all’interno, fossero stati tostati al momento.
Fortunatamente questo aspetto è stato risolto a monte dalla maggior parte delle aziende produttrici, che hanno adottato un metodo di torrefazione e confezionamento che avviene in sequenza ed in atmosfera controllata e protetta, affinchè i profumi e le altre peculiarità delle miscele rimangano inalterati fino al momento del consumo.

Temperatura dell’acqua: quella ottimale deve essere compresa tra gli 88 e i 92 gradi centigradi; dunque assicurati che la macchinetta si sia scaldata perfettamente prima di usarla.

Se non la tieni sempre accesa, mettila in funzione qualche minuto prima.

Pressione della macchina: deve essere compresa tra gli 8, 5 e i 9 bar affinchè l’acqua venga spinta nella polvere di caffè con la velocità ottimale.

Estrazione: il tempo che intercorre dal momento in cui viene pigiato il pulsantino di start per dare avvio alla preparazione del caffè vera e propria e lo spegnimento.

Anche questo è un aspetto piuttosto rilevante per ottenere un ottimo risultato.
La fase deve durare all’incirca una trentina di secondi, più o meno in base alla qualità della miscela utilizzata.

Basta fare qualche prova per regolarsi sui tempi perfetti a seconda della propria marca di caffe preferita.

Degustazione del caffè

Una volta che il caffè sgorga nella tazzina, giunge il momento di assaporarlo. Se vogliamo farlo da veri gourmet dell’espresso, dobbiamo fare attenzione ai parametri indicati di seguito, che coinvolgono non solo la vista ma anche l’odorato e l’olfatto.

Colore della crema: in espresso perfetto assume una colorazione nocciola, riflessi rossicci e striature chiare che creano una trama fitta e uniforme.

Cremosità: deve apparire consistente e vellutata; puoi verificarlo anche aggiungendoci qualche granello di zucchero e se questo tende a scendere molto lentamente, vuol dire che proteine, grassi e zuccheri si sono emulsionati nell’acqua correttamente durante l’estrazione.

Profumo: deve essere armonico, gradevole e variegato, racchiudere un’armonia di odori, sinonimo che la miscela è stata composta con maestrìa e tostata correttamente.

Gusto: sorseggiando una prelibata tazzina di espresso, non devono mancare al palato le sensazioni variegate ed armoniche di dolcezza, acidità e amaro.

In conclusione per mettere in pratica i segreti della preparazione dell’espresso perfetto:
• fai scaldare bene la macchinetta;

• se devi comprarla scegline una che abbia ricevuto recensioni positive da parte di chi ha già avuto modo di acquistarla;

• prova diverse miscele finchè non trovi la più adatta al tuo elettrodomestico;

• prima di fare una scorta di cialde o capsule acquista dei piccoli kit di assaggio misti così da capire quale rispecchia i tuoi gusti.

Solo così avrai la certezza di gustare un caffè da veri intenditori, di quelli con la C maiuscola.

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Quale acqua bere per depurarsi? Le migliori e le differenze

19 Dicembre 2018 by Lorenzo Lascia un commento

Per conoscere la composizione dell’acqua che beviamo ci sono diversi modi, in primis possiamo leggere le etichette. Se consumiamo l’acqua del rubinetto invece è necessario visitare il sito dell’acquedotto da cui proviene dove sono indicate tutte le informazioni e i risultati delle analisi. Dopo queste prime news di carattere generale dobbiamo sfatare il mito dell’acqua migliore in assoluto perché in verità non esiste.

Esiste un tipo di acqua migliore?

Tante sono le bottiglie, scopriamo insieme quella da bere in base alle diverse esigenze. Quando beviamo l’acqua però ci accorgiamo che il sapore non è sempre lo stesso, a determinare il ‘gusto’ è la mineralizzazione, ovvero i minerali contenuti e l’anidride carbonica. L’acqua minerale non dovrebbe mai essere bevuta fredda perché le basse temperature nascondono il sapore mentre quelle frizzanti (che favoriscono la digestione e lasciano la bocca pulita) devono essere gustate molto fresche. Ci sono indicazioni anche sul tipo di contenitore per l’acqua, sicuramente quelli in vetro sono migliori della plastica, ma per questioni di praticità si preferisce la seconda.

Dal 1998 sono state introdotte nel mercato le acque potabili trattate di rubinetto o purificate, e quindi è nata la differenza tra acque minerali e di sorgente, cerchiamo di fare chiarezza.

  • Acqua di rubinetto: viene fornita dall’acquedotto attraverso la rete idrica ed è potabile, non contiene quindi batteri e microrganismi che generano malattie. L’acqua di rubinetto ha un residuo fisso di sali a 180° compreso (per legge) tra 0,30 e 1,5 gr per litro. È incolore e insapore, eventuali variazioni dovrebbero mettervi in allarme;
  • Acqua minerale: con il D.L. 339/1999 vengono definite minerali quelle acque che hanno origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali e hanno caratteristiche igieniche e proprietà favorevoli alla salute. In Italia è il Ministero della Salute che si occupa del riconoscimento dell’acqua minerale che non viene sottoposta a processi di filtrazione e si imbottiglia alla sorgente. Tra le acque minerali vi sono quelle da tavola, dietetiche e medicali che devono essere consigliate dal medico;
  • Acqua purificata: viene prelevata da fiumi, laghi o pozzi e successivamente depurata. Purtroppo non è garantita l’assenza di batteri ma nei paesi che versano in gravi condizioni di siccità rappresenta una fonte importante;
  • Acqua di sorgente: non può essere trattata ma deve rispettare i requisiti minimi di legge delle acque destinate al consumo e quindi gli stessi limiti delle acque potabili. Per l’imbottigliamento si rispettano invece le norme delle acque minerali ma sull’etichetta non ci sono dati sulle analisi ed eventuali indicazioni salutistiche.

Come leggere le etichette delle bottiglie d’acqua? Ci sono indicazioni mediche?

Sull’etichetta delle bottiglie sono riportati i parametri con le caratteristiche dell’acqua ed eventuali indicazioni sulle proprietà salutistiche. Vediamo insieme quelli più comuni.

  • Residuo fisso: si riferisce alla quantità di sali e minerali presenti nell’acqua, un valore basso dona un sapore più neutro ed è consigliato a chi ha problemi urinari;
  • Durezza: indica il valore di calcio e magnesio ed è un dato utile il calcare e la corrosività sulle tubature in caso di acque delle reti idriche;
  • pH: è un parametro da prendere in considerazione in caso di diete alcaline, il pH superiore a 7 migliora il benessere generale;
  • Conducibilità elettrica: è un parametro associato al residuo fisso, quando cresce la quantità dei metalli, aumenta;
  • Biocarbonate: favoriscono la digestione;
  • Magnesiache: ricche di magnesio e utili contro diabete e dolori mestruali;
  • Calciche: prevengono e curano l’osteoporosi, fondamentali in gravidanza;
  • Fluorate: ottime come anticarie.

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How to Know when Someone Likes You

19 Dicembre 2018 by Lorenzo Lascia un commento

Knowing whether or not someone likes you can be difficult. If you’re afraid to ask them, there are a few things you can look out for that may be signs the other person is into you.

Watching Body Language

Understand body language. 93% of all communication is nonverbal.  This is broken down to their tone of voice, face, body, and finally their words. Men and women share some forms of body language, but also have specific subconscious signals they’ll give off if they like you.

Detect a woman’s signals.

Women are capable of over fifty signals conveyed through body language. While not all of these will be able to be detected, there are a few recognizable quirks you can find. Some of the bigger indicators to look for on a date or in conversation is:

  • She’ll pull up her sleeves and expose her wrist. This is a good signal, and most women are unaware that they do this. This exposes one of the more tender and sensitive parts of the body.
  • She will try to close the distance between you in some way. This can be done in many ways like moving her drink or a menu closer to you.
  • She’ll find a way to touch you. Some women will do this smoothly. For example she says “come here” and she’ll show you an app on her phone. Then when you’re near your bodies may touch.

Detect a man’s signals.

Men are less equipped with a range in body language. One signal to watch out for is when the guy pushes his shoulders back and directs his breath to his chest. Another strange one is when a guy puts his fingers through his belt loops like a cowboy.

Watch for eye contact.

Eye contact is the universal body language clue that can communicate so much. Both men and women will use eye contact when they like someone. Try not to hold contact for too long, or else you might ruin the mystique around it. The biggest give away is if he looks at you and you both hold eye contact for a moment and suddenly look away.

Detecting Friends’ Feelings

Realize friends can become “more than friends.” This is a common pattern to occur. People oftentimes think they are only friends, while one of them develops intense feelings for the other.

Watch for a few clear signs.

  • Here are some signs that a friend has fallen for you:
  • Touching your shoulders and ask for hugs.
  • Offering their sweater or coat in a chivalrous way.
  • Making jokes about the people/person you are dating.
  • Inviting you over more often.
  • Kissing you on the cheek or asking for kisses on the cheek.
  • Asking who you like, a lot.

Watch for insecurities.

This may go with all types of attraction, but it especially happens in a friend dynamic. They might check your reactions to things consistently. For example, they’ll look at you to see if you laugh when they make a joke.

Be careful if you hear them talk about insecurities in their appearance. They might be self-deprecating and compare themselves to someone you find attractive.

Have a talk.

If you find that you actually like them, then that is great and you should tell them. If, on the other hand, you just want to be friends, you’ll need to be careful.

Honesty is the best policy. Don’t tiptoe around the elephant in the room. Be upfront about the way you feel and how much you appreciate your friendship.

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Se non vuoi passare la vita a lavarti i capelli questi sono i trucchi salva-tempo che dovresti provare

19 Dicembre 2018 by Lorenzo Lascia un commento

Soprattutto per chi ha capigliature extralarge, lavare i capelli (e asciugarli) porta sempre via un sacco di tempo prezioso. Ci sono però alcuni trucchi per velocizzare l’operazione, mentre per allungare i tempi tra un lavaggio e l’altro le strategie riguardano essenzialmente due cose: fare in modo che i capelli rimangano puliti più a lungo e mimetizzare l’eccesso di sebo in attesa dello shampoo. Ecco qualche consiglio utile per lavare i capelli velocemente e investire il tempo guadagnato in attività piacevolissime.

Pulisci bene la spazzola

Prima di qualunque cosa: la pulizia della spazzola. La spazzola deve essere pulita almeno una volta a settimana. Rimuovere germi, batteri, sebo e polvere è importantissimo. Disinfettarla non è difficile e non richiede molto tempo, poiché basterà un po’ di sapone liquido, o anche del bicarbonato. Attente all’asciugatura però: potreste avere spiacevoli sorprese se non si assorbe tutta l’acqua, soprattutto quando parliamo di spazzole modello wet brush, quindi con il fondo che può riempirsi d’acqua…

Scegli attentamente il tipo di shampoo

Un buon detergente deve lasciare i capelli ben puliti e leggeri, ma non deve essere troppo aggressivo per non innescare l’effetto rebound che sarebbe decisamente controproducente: finiresti per ritrovarti le radici piene di sebo già il giorno dopo.

Usa l’asciugamano di microfibra

Appena esci dalla doccia, avvolgi i capelli in un panno di microfibra per assorbire l’eccesso di umidità. Così puoi dedicarti al resto della tua beauty routine, ad esempio spalmarti la crema per il corpo, e quando avrai finito i capelli saranno già semi-asciutti (senza il rischio che diventino crespi).

Fai le trecce per avere i capelli mossi

Quando sono ancora umidi, invece di finire di asciugarli con il phon e poi fare le onde con ferro o piastra, dividi i capelli in due e intreccia le lunghezze. Tieni in posa per qualche ora, o tutta la notte se puoi, et voilà la piega è fatta.

Usa il bicarbonato

Basta spargere una manciata di bicarbonato alle radici e lasciare in posa un paio di minuti per fare in modo che assorba tutto l’eccesso di sebo. Poi, spazzola accuratamente e procedi con lo shampoo come d’abitudine.

Dividi i capelli in sezioni per asciugarli

Prima di accendere il phon, dividi la chioma in sezioni (fanne almeno quattro, seguendo la scriminatura e la linea immaginaria che va da un orecchio all’altro) e fissale con dei mollettoni, poi liberane una alla volta per asciugarle: farai molto più in fretta!

Utilizza un prodotto districante

In generale, anche a secco, sarebbe meglio utilizzare un prodotto districante. Ci sono sieri che proteggono e districano i capelli, e tipi di balsamo che possono essere utilizzati senza risciacquo. In questo modo sarà più facile sciogliere i nodi, evitando di aggredire il capello, che va spazzolato, lo ricordiamo, prima dalle punte sciogliendo i nodi inferiori, e poi dedicandosi alle radici.

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