Reddito di cittadinanza. È la proposta simbolo del Movimento Cinque Stelle, il cavallo di battaglia in campagna elettorale e una delle priorità dell’agenda del governo giallo-verde. Secondo gli ultimi annunci del governo, la misura verrà introdotta a partire dal 1 aprile 2019 e verrà erogato anche agli stranieri residenti in Italia da almeno 10 anni. La spesa complessiva sarà di circa 6,5 miliardi per 4,34 milioni di persone in 1.375.000 famiglie.
Coloro che hanno un reddito pari a zero hanno diritto all’importo per intero, mentre per gli altri rappresenterà un’integrazione al reddito per raggiungere i 780 euro. La quota del reddito di cittadinanza cambia a seconda del numero di componenti del nucleo familiare. Ad esempio in una famiglia con i genitori disoccupati e figli a carico il sussidio sale fino a 1.630 euro, per una famiglia con due genitori e un solo figlio la quota è di 1.014 euro. Chi ha una casa di proprietà non ha diritto all’intera quota ma a questa viene detratta una quota definita “affitto imputato, che ammonta a 380 euro. I requisiti per accedere alla misura economica sono stringenti, e anche quelli per mantenerla nel tempo.
Requisiti e beneficiari
È l’articolo 2 della bozza di decreto del Rdc ad indicare i requisiti necessari per beneficiare di questa misura di contrasto alla povertà.
Nel dettaglio, qui si legge che i beneficiari devono:
- essere in possesso della cittadinanza italiana, oppure cittadini di uno Stato membro UE. È riconosciuto anche agli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno;
- essere residenti in Italia, in via continuativa, da almeno 10 anni;
- avere un ISEE inferiore a 9.360€;
- avere un patrimonio immobiliare (nel quale non è compresa la casa d’abitazione) inferiore a 30.000€;
- avere un patrimonio mobiliare inferiore a 6.000€. Questo limite è innalzato di 2.000€ per ogni componente familiare successivo al primo (fino ad un massimo di 10.000€). Vi è poi un incremento di 1.000€ per ogni figlio successivo al primo, e di 5.000€ in caso di presenza di una persona con disabilità nel nucleo familiare;
- avere un reddito familiare non superiore a 6.000€. Questa soglia è aumentata a 9.360€ qualora il nucleo familiare sia in affitto.
Non hanno diritto al reddito di cittadinanza, invece:
- i nuclei familiari dove un componente sia in possesso di auto o moto immatricolati nei 6 mesi precedenti alla richiesta del RdC, nonché di auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc e moto di cilindrata superiore ai 250 cc immatricolati negli ultimi 2 anni.
- i nuclei familiari dove un componente sia in possesso di navi e imbarcazioni da diporto;
- i soggetti che si trovano in stato detentivo per tutta la durata della pena;
- nuclei familiari dove uno dei componenti risulta essersi dimesso dal lavoro nei 12 mesi antecedenti al momento della domanda (ad eccezione delle dimissioni per giusta causa).
Gli importi del reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza non ha un importo fisso; varia, infatti, in base alla situazione economica della famiglia che lo richiede. Nel dettaglio, come specificato nell’articolo 3 del decreto, il beneficio economico si compone di due differenti elementi:
- integrazione fino a 6.000€ (annui) del reddito familiare;
- integrazione pari all’ammontare del canone annuo di locazione (fino ad un massimo di 3.360€ annui) per le famiglie che sono in affitto. È prevista poi un integrazione (ma fino ad un massimo di 1.800€ annui) per i nuclei familiari che risiedono in un’abitazione di proprietà ma per la quale è stato contratto un mutuo.
Per quanto riguarda l’integrazione del reddito familiare in presenza di più componenti questo viene moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza, ovvero:
- +0,4 per ogni componente familiare maggiorenne successivo al primo;
- +0,2 per ogni componente minorenne.
Questo può essere incrementato fino ad un massimo del 2,1. Il beneficio economico complessivamente non può superare i 9.360€ annui, ossia i famosi 780€ mensili (anche questa soglia va moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza).
Durata del reddito di cittadinanza
Questo spetta all’interessato per tutto il periodo in cui ne soddisfa i requisiti. La misura, però, non può avere una durata superiore ai 18 mesi.
Vi è però la possibilità di rinnovarla; in tal caso, però, il beneficio viene comunque sospeso per un mese.
È bene sottolineare che qualsiasi variazione della condizione occupazionale da parte di uno o di più componenti del nucleo familiare (quindi sia in caso di assunzione che qualora si intraprenda una nuova attività come autonomi) va comunicata all’Inps entro 30 giorni, pena la decadenza del beneficio.
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