In molti la rimpiangono, altri si sono abituati all’euro: stiamo parlando della lira, la moneta ufficiale del nostro paese fino all’inizio degli anni Duemila. Quante persone conoscono la sua storia? La nascita ufficiale risale al momento in cui Carlo Magno impose la riforma monetaria per il Sacro Romano Impero. In pratica si decise di mettere sullo stesso piano una libbra di argento e 240 denari o 20 soldi. La lira era proprio divisa in soldi e nel corso del tempo ci furono ulteriori sviluppi. La prima apparizione di questa divisa come l’abbiamo conosciuta un po’ tutti è collocabile nel XVI secolo. Il 1474, invece, è l’anno universalmente riconosciuto come quello in cui la prima lira venne coniata e battuta in modo ufficiale. Si trattava della moneta in argento da 20 soldi di Niccolò Tron, mentre il luogo di questo “esordio” fu Venezia.
La valuta pesava oltre sei grammi e mezzo. Sempre in quell’anno il duca Galeazzo Maria Sforza fece la stessa cosa con una lira in argento che poi venne conosciuta da tutti come “testone”. Ogni città di quella che non era ancora l’Italia aveva le libbre differenti ed è per questo motivo che si parla spesso di lire milanesi, veneziane, genovesi e fiorentine (solo per citarne alcune). Nell’800 le monete venivano coniate nelle zecche di Napoli, Milano, Torino e Firenze, mentre i millesimi erano quattro. Per completezza di descrizione, bisogna ricordare i due rovesci, ovvero lo stemma e il valore. Un episodio storico molto interessante e intrigante risale al 1859. Il periodo è quello dell’Unità d’Italia. Bettino Ricasoli, Carlo Luigi Farini, Marco Minghetti, Rodolfo Audinot e Lionetto Cipriani si incontrarono in gran segreto nei pressi di Bologna e insieme scelsero l’adozione della lira come moneta unica del Regno che stava per nascere grazie a Garibaldi e non solo.
Le barriere doganali non avevano più alcun motivo di esistere e quella decisione fu lungimirante. In effetti la “resistenza” della valuta proseguì fino al 1° marzo del 2002, quando si lasciò spazio all’euro. Non sono poche le persone che hanno conservato banconote e soprattutto monetine come ricordo della lira che veniva usata per gli acquisti e le spese. Molte di queste monete sono rare e questo rende il loro valore a dir poco appetibile. Un esempio è quello della lira con l’arancia raffigurata in una delle due facce che risale al 1947: dall’altro lato c’è invece una donna con le spighe e un ramo d’arancio. Oggi potrebbe valere una vera e propria fortuna, nello specifico quasi 1500 euro.
Lo stesso discorso vale proprio per questo anno dell’immediato dopoguerra, più precisamente le due lire con la spiga che qualche tempo fa sono state battute all’asta per poco meno di 2mila euro. Non possono non destare curiosità le monetine del 1946, in primis quella da 5 lire, il primo taglio coniato dalla Repubblica Italiana appena sancita dal voto del popolo. Lo stato di conservazione è decisamente determinante, di conseguenza il valore può superare con facilità i 1200 euro.
Il valore più alto in assoluto è senza dubbio quello delle 500 lire realizzate in argento nel 1957 con le caravelle di Cristoforo Colombo ben in evidenza. Si tratta dell’esempio principe per quel che riguarda questo tipo di collezioni: se ne parla tanto e a ragione, dato che le cifre che si possono raggiungere sono vicine ai 15mila euro, un tesoro che farebbe gola a chiunque. Infine, non si può non fare un cenno ai gettoni telefonici che andavano tanto di moda in passato. Per effettuare una chiamata dalle cabine servivano proprio queste monetine che sostituivano i soldi veri.
Il primo in assoluto del nostro paese risale al 1927, poi fu coniato il gettone più famoso della storia italiana, quello con le tre scanalature che ha resistito a tantissime epoche e generazioni. Nel 1959 un singolo gettone valeva 30 lire, mentre erano 45 nel 1964. Nel 1972 si arrivò fino a 50 lire, mentre nel 1980 fu toccata quota 100. L’ultimo anno di utilizzo è il 2001. In molti sono ancora affezionati a questi pezzi e l’attuale valore non è altissimo, ma da non trascurare completamente. I primi “esemplari” di fine anni Venti possono sfiorare i 100 euro, un valore che tende a ridursi a seconda dell’epoca di battitura. La lira non è più la nostra moneta da 17 lunghi anni, ma la sua storia affascina ancora ed è sempre piacevole ripercorrerla.
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