I cartoni animati hanno cresciuto e faranno ancora crescere tantissime generazioni. Sono una presenza fissa delle famiglie con bambini piccoli, ma anche i ragazzi apprezzano e non poco. Per ogni periodo c’è una sigla o una storia che vale la pena ricordare anche a distanza di anni con un certo brivido che ci fa piacere e che ci fa tornare piccoli. I canali della pay tv propongono un’offerta molto variegata da questo punto di vista, di conseguenza i programmi dedicati al mondo dell’infanzia sono per ogni gusto e ogni esigenza. Le serate e soprattutto i pomeriggi sono molto piacevoli grazie a trasmissioni pensate su misura, qualche esempio?
Sky non poteva certo dimenticare il pubblico di questa fascia d’età. Il pacchetto Sky Famiglia prevede ben 36 canali con film, cartoni animati della Disney e documentari sempre accattivanti. La soluzione “Mosaico Bambini” consente di vedere tutto questo su una schermata unica e quindi la scelta è molto semplice e veloce. I canali Junior sono quelli con la programmazione dedicata ai bimbi di età compresa tra i 2 e i 6 anni. Per i più grandi ci sono cartoni un po’ più “sofisticati” e telefilm con protagonisti della loro stessa età. Disney Channel è piena zeppa di spunti curiosi e interessanti, le serie sono tutte di successo e con la selezione della lingua inglese si impara benissimo ogni parola.
Tra l’altro non va dimenticata l’App Sky Kids che dà la possibilità ai genitori di gestire la visione dei figli. Mediaset Premium non è da meno in questo ambito. Il pacchetto dei canali include una serie di proposte gratuite al 100% che sono tagliate su misura per i bambini e i ragazzi. Boing è l’esempio principale: da tanti anni ormai la sua programmazione accompagna in modo allegro e divertente gli anni più spensierati dei bambini e non solo. La pay tv sa sempre come stupire e queste trasmissioni ne sono una chiara conferma. I telefilm e i cartoni animati sono di grande impatto e non stancano mai, senza dimenticare i documentari e le avventure di personaggi iconici.
Con Premium si può sfruttare l’ottimo pacchetto Infinity Tv: i film e le serie tv sono abbondanti e c’è anche la categoria “Family” per un’offerta specifica per i più piccoli. I cartoni sono parte integrante della programmazione e lo stesso discorso vale per le pellicole in cui bambini e adolescenti possono trovare pane per i loro denti. L’attenzione rivolta ai cartoni di “ultima generazione” o che hanno maggiore successo al giorno d’oggi è sempre alta e quindi è impossibile lasciarsi sfuggire le occasioni più appetitose.
La pay tv deve garantire proprio questo, con tutte le funzioni del caso come quella del “parental control” che consente ai giovanissimi di guardare soltanto contenuti protetti e adatti, senza il rischio di imbattersi in qualcosa di sgradito. A questo punto sorge spontanea una domanda: come si possono confrontare tutti questi servizi? L’abbondanza di programmazioni è senza dubbio un vantaggio, ma non si può negare che si può avere un minimo di difficoltà nel selezionare il prodotto migliore. Uno strumento utile per orientarsi meglio tra tantissimi canali è quello di ComparaSemplice.it. Si tratta di un comparatore pensato appositamente per la pay tv che aiuta genitori e figli nel cliccare sul telecomando.
Il sito è stato creato per assistere la clientela nel verificare ogni opzione possibile per quel che concerne gli abbonamenti. Il comparatore di cui stiamo parlando non ha alcun costo e soprattutto e pieno di informazioni per approfondire l’argomento. I pacchetti delle diverse pay tv vengono scandagliati in tutti i dettagli immaginabili, a partire dalle opzioni che sono presenti, quelle che possono essere attivate a parte, i costi complessivi da sostenere, le modalità di pagamento concesse e le promozioni aggiornate di giorno in giorno.



In molti la rimpiangono, altri si sono abituati all’euro: stiamo parlando della lira, la moneta ufficiale del nostro paese fino all’inizio degli anni Duemila. Quante persone conoscono la sua storia? La nascita ufficiale risale al momento in cui Carlo Magno impose la riforma monetaria per il Sacro Romano Impero. In pratica si decise di mettere sullo stesso piano una libbra di argento e 240 denari o 20 soldi. La lira era proprio divisa in soldi e nel corso del tempo ci furono ulteriori sviluppi. La prima apparizione di questa divisa come l’abbiamo conosciuta un po’ tutti è collocabile nel XVI secolo. Il 1474, invece, è l’anno universalmente riconosciuto come quello in cui la prima lira venne coniata e battuta in modo ufficiale. Si trattava della moneta in argento da 20 soldi di Niccolò Tron, mentre il luogo di questo “esordio” fu Venezia.
Le barriere doganali non avevano più alcun motivo di esistere e quella decisione fu lungimirante. In effetti la “resistenza” della valuta proseguì fino al 1° marzo del 2002, quando si lasciò spazio all’euro. Non sono poche le persone che hanno conservato banconote e soprattutto monetine come ricordo della lira che veniva usata per gli acquisti e le spese. Molte di queste monete sono rare e questo rende il loro valore a dir poco appetibile. Un esempio è quello della lira con l’arancia raffigurata in una delle due facce che risale al 1947: dall’altro lato c’è invece una donna con le spighe e un ramo d’arancio. Oggi potrebbe valere una vera e propria fortuna, nello specifico quasi 1500 euro.
Il primo in assoluto del nostro paese risale al 1927, poi fu coniato il gettone più famoso della storia italiana, quello con le tre scanalature che ha resistito a tantissime epoche e generazioni. Nel 1959 un singolo gettone valeva 30 lire, mentre erano 45 nel 1964. Nel 1972 si arrivò fino a 50 lire, mentre nel 1980 fu toccata quota 100. L’ultimo anno di utilizzo è il 2001. In molti sono ancora affezionati a questi pezzi e l’attuale valore non è altissimo, ma da non trascurare completamente. I primi “esemplari” di fine anni Venti possono sfiorare i 100 euro, un valore che tende a ridursi a seconda dell’epoca di battitura. La lira non è più la nostra moneta da 17 lunghi anni, ma la sua storia affascina ancora ed è sempre piacevole ripercorrerla.



Inodore, incolore e insapore. Sono queste le tre caratteristiche che deve avere l’acqua che esce dai rubinetti delle nostre case. Spesso però il liquido che esce non è raccomandabile per il nostro organismo. Il cloro, ad esempio, rende il tutto meno gradevole e non è l’unica sostanza poco benefica da cui bisogna guardarsi. I depuratori servono proprio a risolvere questo problema. L’acqua che arriva nelle nostre abitazioni è ben controllata, ma può anche accadere che le reti idriche siano meno efficienti e le infiltrazioni hanno in questi casi vita semplice. Il rubinetto può essere sfruttato senza problemi e senza preoccupazioni grazie a una serie di sistemi che hanno come caratteristica peculiare comune la filtrazione dell’acqua. Le tipologie sono diverse.
Molto interessanti sono anche i depuratori d’acqua con il sistema di microfiltrazione. Sono economici come quelli a osmosi inversa e prevedono un kit non molto diverso. Il sistema di filtraggio, in questo caso, è semplice e rende l’acqua meno calcarea di quella che esce direttamente dal rubinetto. I sali minerali rimangono comunque intatti e le tecnologie sono varie. Un’alternativa più che valida è quella del carbone attivo. I filtri in questione hanno dei sistemi particolari che riescono a trattenere con facilità gli elementi inquinanti di tipo organico, solventi e pesticidi in primis. Il sapore e l’odore del cloro vengono eliminati in pochi secondi, anche se bisogna ricordare sempre di garantire una manutenzione accurata per un migliore risultato.
Alcuni suggerimenti possono aiutare a scegliere meglio. In particolare, i depuratori non devono essere acquistati per “sfizio” o come semplice moda. Bisogna installarli in casa soltanto dopo aver esaminato con la massima attenzione i problemi reali dell’acqua. Ovviamente sono fondamentali per chi deve evitare elementi inquinanti e i nitrati di troppo, oltre ai metalli pesanti. Tra l’altro, questi apparecchi sono molto delicati ed è bene essere preparati all’utilizzo per una spesa utile e consapevole. Ecco perché ogni fase della depurazione va approfondita nel dettaglio e non va trascurato nemmeno il periodo esatto in cui si usano gli strumenti. Quando si va in vacanza, infatti, i depuratori rimangono inattivi ed è un peccato lasciarli in questo stato per tanti giorni (se non settimane).