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Archivi per Dicembre 2018

Come preparare, bere e riconoscere un buon caffè

19 Dicembre 2018 by Lorenzo Lascia un commento

Da buon italiano, anche tu ami bere il caffè durante la giornata e magari ti piace forte, gustoso, aromatico e pieno di crema? Un buon espresso si identifica anche da altre caratteristiche. Leggi l’articolo e scopri i segreti per preparare e riconoscere la scura bevanda da veri intenditori.

Premessa: il presupposto è che anche tu stia usando una macchinetta espresso, ormai quasi immancabile in tutte le case.

Preparazione del Caffè

Profumo della miscela: in cialde o capsule, ogni qual volta che scarti la confezione dovresti avvertire un odore intenso e gradevole, come se i grani della polvere macinata contenuta all’interno, fossero stati tostati al momento.
Fortunatamente questo aspetto è stato risolto a monte dalla maggior parte delle aziende produttrici, che hanno adottato un metodo di torrefazione e confezionamento che avviene in sequenza ed in atmosfera controllata e protetta, affinchè i profumi e le altre peculiarità delle miscele rimangano inalterati fino al momento del consumo.

Temperatura dell’acqua: quella ottimale deve essere compresa tra gli 88 e i 92 gradi centigradi; dunque assicurati che la macchinetta si sia scaldata perfettamente prima di usarla.

Se non la tieni sempre accesa, mettila in funzione qualche minuto prima.

Pressione della macchina: deve essere compresa tra gli 8, 5 e i 9 bar affinchè l’acqua venga spinta nella polvere di caffè con la velocità ottimale.

Estrazione: il tempo che intercorre dal momento in cui viene pigiato il pulsantino di start per dare avvio alla preparazione del caffè vera e propria e lo spegnimento.

Anche questo è un aspetto piuttosto rilevante per ottenere un ottimo risultato.
La fase deve durare all’incirca una trentina di secondi, più o meno in base alla qualità della miscela utilizzata.

Basta fare qualche prova per regolarsi sui tempi perfetti a seconda della propria marca di caffe preferita.

Degustazione del caffè

Una volta che il caffè sgorga nella tazzina, giunge il momento di assaporarlo. Se vogliamo farlo da veri gourmet dell’espresso, dobbiamo fare attenzione ai parametri indicati di seguito, che coinvolgono non solo la vista ma anche l’odorato e l’olfatto.

Colore della crema: in espresso perfetto assume una colorazione nocciola, riflessi rossicci e striature chiare che creano una trama fitta e uniforme.

Cremosità: deve apparire consistente e vellutata; puoi verificarlo anche aggiungendoci qualche granello di zucchero e se questo tende a scendere molto lentamente, vuol dire che proteine, grassi e zuccheri si sono emulsionati nell’acqua correttamente durante l’estrazione.

Profumo: deve essere armonico, gradevole e variegato, racchiudere un’armonia di odori, sinonimo che la miscela è stata composta con maestrìa e tostata correttamente.

Gusto: sorseggiando una prelibata tazzina di espresso, non devono mancare al palato le sensazioni variegate ed armoniche di dolcezza, acidità e amaro.

In conclusione per mettere in pratica i segreti della preparazione dell’espresso perfetto:
• fai scaldare bene la macchinetta;

• se devi comprarla scegline una che abbia ricevuto recensioni positive da parte di chi ha già avuto modo di acquistarla;

• prova diverse miscele finchè non trovi la più adatta al tuo elettrodomestico;

• prima di fare una scorta di cialde o capsule acquista dei piccoli kit di assaggio misti così da capire quale rispecchia i tuoi gusti.

Solo così avrai la certezza di gustare un caffè da veri intenditori, di quelli con la C maiuscola.

Archiviato in:Guide e Tips, Italiano

Quale acqua bere per depurarsi? Le migliori e le differenze

19 Dicembre 2018 by Lorenzo Lascia un commento

Per conoscere la composizione dell’acqua che beviamo ci sono diversi modi, in primis possiamo leggere le etichette. Se consumiamo l’acqua del rubinetto invece è necessario visitare il sito dell’acquedotto da cui proviene dove sono indicate tutte le informazioni e i risultati delle analisi. Dopo queste prime news di carattere generale dobbiamo sfatare il mito dell’acqua migliore in assoluto perché in verità non esiste.

Esiste un tipo di acqua migliore?

Tante sono le bottiglie, scopriamo insieme quella da bere in base alle diverse esigenze. Quando beviamo l’acqua però ci accorgiamo che il sapore non è sempre lo stesso, a determinare il ‘gusto’ è la mineralizzazione, ovvero i minerali contenuti e l’anidride carbonica. L’acqua minerale non dovrebbe mai essere bevuta fredda perché le basse temperature nascondono il sapore mentre quelle frizzanti (che favoriscono la digestione e lasciano la bocca pulita) devono essere gustate molto fresche. Ci sono indicazioni anche sul tipo di contenitore per l’acqua, sicuramente quelli in vetro sono migliori della plastica, ma per questioni di praticità si preferisce la seconda.

Dal 1998 sono state introdotte nel mercato le acque potabili trattate di rubinetto o purificate, e quindi è nata la differenza tra acque minerali e di sorgente, cerchiamo di fare chiarezza.

  • Acqua di rubinetto: viene fornita dall’acquedotto attraverso la rete idrica ed è potabile, non contiene quindi batteri e microrganismi che generano malattie. L’acqua di rubinetto ha un residuo fisso di sali a 180° compreso (per legge) tra 0,30 e 1,5 gr per litro. È incolore e insapore, eventuali variazioni dovrebbero mettervi in allarme;
  • Acqua minerale: con il D.L. 339/1999 vengono definite minerali quelle acque che hanno origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali e hanno caratteristiche igieniche e proprietà favorevoli alla salute. In Italia è il Ministero della Salute che si occupa del riconoscimento dell’acqua minerale che non viene sottoposta a processi di filtrazione e si imbottiglia alla sorgente. Tra le acque minerali vi sono quelle da tavola, dietetiche e medicali che devono essere consigliate dal medico;
  • Acqua purificata: viene prelevata da fiumi, laghi o pozzi e successivamente depurata. Purtroppo non è garantita l’assenza di batteri ma nei paesi che versano in gravi condizioni di siccità rappresenta una fonte importante;
  • Acqua di sorgente: non può essere trattata ma deve rispettare i requisiti minimi di legge delle acque destinate al consumo e quindi gli stessi limiti delle acque potabili. Per l’imbottigliamento si rispettano invece le norme delle acque minerali ma sull’etichetta non ci sono dati sulle analisi ed eventuali indicazioni salutistiche.

Come leggere le etichette delle bottiglie d’acqua? Ci sono indicazioni mediche?

Sull’etichetta delle bottiglie sono riportati i parametri con le caratteristiche dell’acqua ed eventuali indicazioni sulle proprietà salutistiche. Vediamo insieme quelli più comuni.

  • Residuo fisso: si riferisce alla quantità di sali e minerali presenti nell’acqua, un valore basso dona un sapore più neutro ed è consigliato a chi ha problemi urinari;
  • Durezza: indica il valore di calcio e magnesio ed è un dato utile il calcare e la corrosività sulle tubature in caso di acque delle reti idriche;
  • pH: è un parametro da prendere in considerazione in caso di diete alcaline, il pH superiore a 7 migliora il benessere generale;
  • Conducibilità elettrica: è un parametro associato al residuo fisso, quando cresce la quantità dei metalli, aumenta;
  • Biocarbonate: favoriscono la digestione;
  • Magnesiache: ricche di magnesio e utili contro diabete e dolori mestruali;
  • Calciche: prevengono e curano l’osteoporosi, fondamentali in gravidanza;
  • Fluorate: ottime come anticarie.

Archiviato in:Guide e Tips, Italiano

How to Know when Someone Likes You

19 Dicembre 2018 by Lorenzo Lascia un commento

Knowing whether or not someone likes you can be difficult. If you’re afraid to ask them, there are a few things you can look out for that may be signs the other person is into you.

Watching Body Language

Understand body language. 93% of all communication is nonverbal.  This is broken down to their tone of voice, face, body, and finally their words. Men and women share some forms of body language, but also have specific subconscious signals they’ll give off if they like you.

Detect a woman’s signals.

Women are capable of over fifty signals conveyed through body language. While not all of these will be able to be detected, there are a few recognizable quirks you can find. Some of the bigger indicators to look for on a date or in conversation is:

  • She’ll pull up her sleeves and expose her wrist. This is a good signal, and most women are unaware that they do this. This exposes one of the more tender and sensitive parts of the body.
  • She will try to close the distance between you in some way. This can be done in many ways like moving her drink or a menu closer to you.
  • She’ll find a way to touch you. Some women will do this smoothly. For example she says “come here” and she’ll show you an app on her phone. Then when you’re near your bodies may touch.

Detect a man’s signals.

Men are less equipped with a range in body language. One signal to watch out for is when the guy pushes his shoulders back and directs his breath to his chest. Another strange one is when a guy puts his fingers through his belt loops like a cowboy.

Watch for eye contact.

Eye contact is the universal body language clue that can communicate so much. Both men and women will use eye contact when they like someone. Try not to hold contact for too long, or else you might ruin the mystique around it. The biggest give away is if he looks at you and you both hold eye contact for a moment and suddenly look away.

Detecting Friends’ Feelings

Realize friends can become “more than friends.” This is a common pattern to occur. People oftentimes think they are only friends, while one of them develops intense feelings for the other.

Watch for a few clear signs.

  • Here are some signs that a friend has fallen for you:
  • Touching your shoulders and ask for hugs.
  • Offering their sweater or coat in a chivalrous way.
  • Making jokes about the people/person you are dating.
  • Inviting you over more often.
  • Kissing you on the cheek or asking for kisses on the cheek.
  • Asking who you like, a lot.

Watch for insecurities.

This may go with all types of attraction, but it especially happens in a friend dynamic. They might check your reactions to things consistently. For example, they’ll look at you to see if you laugh when they make a joke.

Be careful if you hear them talk about insecurities in their appearance. They might be self-deprecating and compare themselves to someone you find attractive.

Have a talk.

If you find that you actually like them, then that is great and you should tell them. If, on the other hand, you just want to be friends, you’ll need to be careful.

Honesty is the best policy. Don’t tiptoe around the elephant in the room. Be upfront about the way you feel and how much you appreciate your friendship.

Archiviato in:Inglese

Se non vuoi passare la vita a lavarti i capelli questi sono i trucchi salva-tempo che dovresti provare

19 Dicembre 2018 by Lorenzo Lascia un commento

Soprattutto per chi ha capigliature extralarge, lavare i capelli (e asciugarli) porta sempre via un sacco di tempo prezioso. Ci sono però alcuni trucchi per velocizzare l’operazione, mentre per allungare i tempi tra un lavaggio e l’altro le strategie riguardano essenzialmente due cose: fare in modo che i capelli rimangano puliti più a lungo e mimetizzare l’eccesso di sebo in attesa dello shampoo. Ecco qualche consiglio utile per lavare i capelli velocemente e investire il tempo guadagnato in attività piacevolissime.

Pulisci bene la spazzola

Prima di qualunque cosa: la pulizia della spazzola. La spazzola deve essere pulita almeno una volta a settimana. Rimuovere germi, batteri, sebo e polvere è importantissimo. Disinfettarla non è difficile e non richiede molto tempo, poiché basterà un po’ di sapone liquido, o anche del bicarbonato. Attente all’asciugatura però: potreste avere spiacevoli sorprese se non si assorbe tutta l’acqua, soprattutto quando parliamo di spazzole modello wet brush, quindi con il fondo che può riempirsi d’acqua…

Scegli attentamente il tipo di shampoo

Un buon detergente deve lasciare i capelli ben puliti e leggeri, ma non deve essere troppo aggressivo per non innescare l’effetto rebound che sarebbe decisamente controproducente: finiresti per ritrovarti le radici piene di sebo già il giorno dopo.

Usa l’asciugamano di microfibra

Appena esci dalla doccia, avvolgi i capelli in un panno di microfibra per assorbire l’eccesso di umidità. Così puoi dedicarti al resto della tua beauty routine, ad esempio spalmarti la crema per il corpo, e quando avrai finito i capelli saranno già semi-asciutti (senza il rischio che diventino crespi).

Fai le trecce per avere i capelli mossi

Quando sono ancora umidi, invece di finire di asciugarli con il phon e poi fare le onde con ferro o piastra, dividi i capelli in due e intreccia le lunghezze. Tieni in posa per qualche ora, o tutta la notte se puoi, et voilà la piega è fatta.

Usa il bicarbonato

Basta spargere una manciata di bicarbonato alle radici e lasciare in posa un paio di minuti per fare in modo che assorba tutto l’eccesso di sebo. Poi, spazzola accuratamente e procedi con lo shampoo come d’abitudine.

Dividi i capelli in sezioni per asciugarli

Prima di accendere il phon, dividi la chioma in sezioni (fanne almeno quattro, seguendo la scriminatura e la linea immaginaria che va da un orecchio all’altro) e fissale con dei mollettoni, poi liberane una alla volta per asciugarle: farai molto più in fretta!

Utilizza un prodotto districante

In generale, anche a secco, sarebbe meglio utilizzare un prodotto districante. Ci sono sieri che proteggono e districano i capelli, e tipi di balsamo che possono essere utilizzati senza risciacquo. In questo modo sarà più facile sciogliere i nodi, evitando di aggredire il capello, che va spazzolato, lo ricordiamo, prima dalle punte sciogliendo i nodi inferiori, e poi dedicandosi alle radici.

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Come scegliere il miglior pellet in commercio per la tua stufa

19 Dicembre 2018 by Massimiliano Lascia un commento

L’etichetta sulla confezione ci fornirà le informazioni necessarie a fare la scelta giusta:

  • Tipo di legna, provenienza e anno di produzione
  • Dimensione
  • Potere calorifico
  • Residui di cenere e altre sostanze
  • Percentuale di umidità

Il Faggio e Abete sono i legni migliori per produrre pellet, il colore può variare e non determina la qualità del prodotto mentre la presenza di eccessiva polvere nel sacco è indice di bassa qualità in quanto indice di sgretolamento del prodotto che se non ben compresso brucerà troppo velocemente.

Una volta scelto il tipo di legno occorrerà guardare la percentuale di residuo fisso che più e basso migliore è la combustione, dato che lo stesso è indice di purezza del prodotto, il valore non dovrebbe superare 1%.

L’umidità e anch’esso un dato importante in quanto maggiore è la stessa, minore sarà la resa calorica in quanto parte della combustione servirà a farla evaporare. Il valore quando inferiore al 10% sarà un buon segnale di qualità.

L’elevata presenza di inquinanti come cadmio, mercurio, arsenico, piombo, colla, plastica indicano che il prodotto non è puro e la qualità potrebbe esserne compromessa. Ricordate che i prodotti migliori sono quelli composti da legni vergini!

Il potere calorifero di un buon pellet oscilla da 4,7 a 5,5 kWh/kg, valori inferiori sono indice di bassa resa che andrebbe a rendere vano un eventuale acquisto basato solo sul prezzo.

La qualità principale del pellet è data dalla sua elevata resa termica (superiore all’80 per cento) e dal suo bassissimo residuo finale di ceneri (0,58 per cento). Ovviamente facendo attenzione alla qualità del pellet.

Infine è altrettanto vero che il pellet è ecologico. A differenza di altri combustibili, il legno brucia anidride carbonica o biossido di carbonio in modo naturale.

Durante la combustione, viene liberata nell’aria la Co2 in misura uguale a quella accumulata nel legno durante la sua crescita. I pellet non contengono, inoltre, alcun additivo chimico o sintetico aggiunto che potrebbe venir liberato durante la combustione dei granuli nelle stufe.

Ora vi sarà più semplice stabilire qual è la migliore marca di pellet per voi,  quale pellet scegliere, buona scelta.

In conclusione: l’acquisto di un buon prodotto è dato dai valori medi sopra riportati diffidate da prezzi troppo bassi che potrebbero invogliare all’acquisto ma rivelarsi alla fine dei conti più costosi in quanto la resa calorica sarà inferiore, inoltre si corre il rischio di aumentare la manutenzione straordinaria della stufa che effettuata da tecnici specializzati avrà un costo notevole che ovviamente vorremmo evitare.

Vi sono ulteriori informazioni che potrebbero aiutarci a scegliere ma come titolato questa è una miniguida al corretto acquisto del pellet e le informazioni in essa contenuta sono sufficienti per mettere in condizione l’utente medio ad operare un corretto acquisto e godersi così la propria stufa coscienti di aver acquistato il prodotto ottimale per i nostri bisogni e le nostre tasche!

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